La mostra Alfabeto Cosmogonico, curata da Alberto Fiz e realizzata in collaborazione con l’Archivio Nanda Vigo di Milano, si sviluppa sui due piani del Museo e permette allo spettatore di comprendere l’iter creativo dell’artista attraverso una divisione per aree tematiche, in un allestimento particolarmente spettacolare e coinvolgente, con un intervento ambientale realizzato per l’occasione. Sono oltre 40 le opere esposte, dalla fine degli anni Cinquanta agli anni Duemila, in un percorso che analizza le fasi salienti della creatività di Nanda Vigo partendo dall’architettura che, grazie alla collaborazione con gli studenti dell’Accademia di Architettura di Mendrisio, presenta la ricostruzione in scala di due progetti architettonici concepiti nella prima metà degli anni Sessanta – il Monumento per i morti del Vajon e le Torri cimiteriali – fondamentali per comprendere la sua ricerca successiva. Lo spettatore ha poi modo di entrare in relazione con l’indagine forse più famosa dell’artista, quella legata alla cronotopia che rappresenta la fusione del tempo (cronos) con lo spazio (topos) attraverso la luce. In mostra si incontrano cinque Cronotopi e viene ricostruito l’Ambiente Cronotopico di oltre due metri e mezzo che consente di vivere un’esperienza immersiva. Non manca la Parete Cronotopica di oltre quattro metri, realizzata per l’occasione, in grado di modificare radicalmente la percezione del Museo. Il dinamismo della luce, elemento fondamentale nel linguaggio artistico di Nanda Vigo, si manifesta attraverso i Deep Space, opere radianti o direzionali e prosegue con i Light Tree che sviluppano un’innovativa idea di riflessione sullo spazio dove natura e artificio trovano una nuova dinamica. Il percorso prevede inoltre l’opportunità d’immergersi in un ambiente luminoso rosso e blu evocativamente intitolato Genesis Light dove la luce assume un aspetto trascendente. Il desiderio di analizzare la versatilità di Nanda Vigo in base a una ricerca dove i linguaggi sono tra loro connessi, porta ad affrontare anche il tema del design in una sala che diventa un vero e proprio spazio abitabile dove si ritrovano le sue creazioni più famose tra cui il Mobile Cronotopo e la lampada Golden Gate. La mostra si conclude con i due totem luminosi Goral e la proiezione di Venerezia, Venezia è un’illusione cosmica del 1978, un raro film realizzato da Nanda Vigo che la vede protagonista di una performance dove i differenti elementi della sua opera Alfabeto Cosmogonico interagiscono con l’architettura della città lagunare e con il corpo dell’artista. La mostra è accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e inglese) edito da Magonza con saggi di Alberto Fiz, Ilaria Bignotti, Fulvio Irace, Barbara Könches, Marco Meneguzzo e dell’Archivio Nanda Vigo. Inaugurazione sabato 1° aprile, ore 18.30 https://www.museoascona.ch/it/esposizioni/nanda-vigo |